Come si può imparare oggi un mestiere concreto? Di certo, una valida opportunità è rappresentata dal praticare un periodo di stage con Elettrotecnica Lancini. L’attività di Marco Lancini è attiva da oltre vent’anni in Franciacorta, si occupa della realizzazione di impianti elettrici civili, commerciali e industriali, e con il passare del tempo ha affinato le sue capacità di insegnamento. Si rivolge sostanzialmente a giovani provenienti dalle scuole professionali e dall’ITIS: «Un tempo al termine della prima superiore si sapeva già fare un impianto civile, finita la seconda un impianto commerciale e terminata la terza un impianto industriale – ha affermato Lancini – li si sapeva fare su un pannello da un metro per un metro, ma si aveva ben chiaro che cosa si stava realizzando, come azionare luci, macchinari, motori, ecc.». Oggi però qualcosa è cambiato: «Chi viene dall’IT I S conosce pochissimo della parte pratica, ma lo stesso vale per chi arriva dalle professionali. Ho notato che gli stagisti non conoscono aspetti pratici e magari sanno fare altro che però non serve a nulla nel mondo reale. Anche per quanto riguarda la teoria c’è molta confusione fra meccanica, elettronica ed elettrotecnica».
Uno stage da Elettrotecnica Lancini significa dunque cercare di apprendere la parte pratica con schemi e visite in cantiere. Continua il titolare: «I ragazzi vengono portati sul posto di lavoro, in situazioni di totale sicurezza, dove possono rendersi conto delle differenze fra un impianto civile e uno commerciale, rapportarsi con i miei operai e con il cliente, che naturalmente ha esigenze diverse in base all’ambiente a cui si sta lavorando. Così facendo inizia a prendere confidenza con diversi tipi di materiali e accessori, insomma cerchiamo di dare un’impronta ben definita allo stage».
Purtroppo però, secondo Lancini, la politica scolastica sembra però andare in un’altra direzione: «Gli istituti tendono a mandare gli studenti in luoghi dove possono rimanere, ovvero uffici e officine, dove quindi non serve andare da terzi. In questo modo però le nostre attività sono destinate a morire». Per fronteggiare anche questa criticità l’attività di Adro si è attrezzata realizzando un pannello di legno delle dimensioni di 2×2,5 metri, disponibile in magazzino: «Si tratta di un bell’esempio di didattica interna, abbiamo rappresentato un’abitazione con le varie stanze, dalla zona living a quella notte – ha proseguito – lavorando su questa struttura i ragazzi capiscono dove deve essere inserita una scatoletta, comprendono che dietro devono montarci i tubi, che finiscono in scatole di derivazione e quindi in centraline e al contatore generale. Capiscono com’è uno schema funzionale di un impianto elettrico, imparano velocemente dai propri errori per comportarsi nel modo corretto nel mondo reale».